La Valdagno del Novecento è stata a lungo presentato come il feudo dei Marzotto, al punto che la storia degli imprenditori lanieri ha quasi assorbito quella della città. Ma se si capovolge il punto di partenza e si pone Valdagno al centro, il feudo scompare e affiorano eventi di cui i Marzotto non furono gli unici protagonisti dei conflitti politico-amministrativi che li videro a volte vincenti e a volte sconfitti. Senza contare che nei primi tre decenni del Novecento i Marzotto erano divisi in rami di uguale prestigio e alcune delle loro convergenze, così come i numerosi contrasti che li opposero, appaiono poco comprensibili se vengono separati dal contesto delle comunità locali in cui operavano. Questo libro, frutto di un'accurata ricerca documentaria e ricco di particolari inediti, descrive i mutevoli rapporti di Valdagno con i Marzotto senza irrigidirli in schemi precostituiti e mantenendone intatta la vivacità e l'immediatezza.
Prefazione di Paolo Preto dell'Università di Padova Industria, politica, amministrazione L'ascesa della manifattura laniera dei Marzotto, l'impetuoso sviluppo di Valdagno da piccolo centro agricolo a fiorente cittadina industriale, la nascita della C la chiave ittà sociale, o dell'armonia hanno da tempo attirato l'interesse della storiografia italiana, uscendo rapidamente dalla dimensione della ricerca locale; ai lavori di Piero Bairati e Giorgio Roverato, centrati sul ruolo trainante della famiglia Marzotto nel decollo industriale di Valdagno, si sono affiancati studi sulla vita politica della città della valle dalle lontane vicende dei domini veneto, francese, austriaco sino al Regno d'Italia, al Fascismo del secondo dopoguerra. Il ruolo decisivo e da un certo momento in poi, addirittura egemonico che la fabbrica-famiglia Marzotto ha assunto nella realtà socio-economica di Valdagno e della Valle ha per certi versi oscurato, o perlomeno fortemente attenuato, l'interesse, e di conseguenza lo scavo archivistico e la ricerca storica, sul versante della vita amministrativa del Comune di Valdagno; seppur mai esplicitamente dichiarata è per così dire scivolata tra i luoghi comuni storiografici l'idea che l'amministrazione comunale della città sia stata nient'altro che una pallida monotona proiezione della logica imprenditoriale della fabbrica e della soffocante egemonia della famiglia Marzotto sul tessuto sociale e civile di Valdagno.
Questa ampia ricerca di Maurizio Dal Lago, fondata su un'accurata indagine sulle fonti archivistiche, rettifica, e direi smentisce questo quadro uniforme e quasi scontato della storia amministrativa del Comune di Valdagno. Non è vero, per sintetizzare in una sorta di slogan, che Marzotto hanno controllato sempre e comunque le sorti dell'amministrazione comunale o, perlomeno, non lo hanno fatto con quella uniformità totalizzante che si è a lungo supposta.
Tanto per cominciare proprio in età giolittiana, quando la fabbrica dei Marzotto conosce un così rapido sviluppo e quando maggiore peso politico generale di Vittorio Emanuele Marzotto (deputato per ben quattro legislature, compresa quella aperta dall'avvento dei cattolici sulla scena politica con il patto Gentiloni), l'amministrazione comunale di Valdagno conosce una lunga tormentata crisi, costellata di dimissioni di sindaco e Giunta, scioglimento del Consiglio, elezioni anticipate, ma con una costante: Vittorio Emanuele Marzotto, indebolito dal paralizzante conflitto con i parenti-nemici "Marzottini", non controlla il Comune, anche se l'appoggio del clero locale gli consente trionfali successi alle elezioni, dove ancora modesta è la presenza socialista, tanto temuta di un'area a forte presenza operaia dopo l'introduzione del suffragio universale maschile.
A Valdagno, come altrove, la guerra mondiale sconvolgere la equilibri sociali e politici; oltre alle "normali" difficoltà connesse al conflitto in un'area immediatamente a ridosso del fronte e che conosce pure i rischi dell'invasione austriaca al tempo della Strafexpedition, si registra anche, nel 1916, uno sciopero nella fabbrica Marzotto, avvisaglia di ben più aspri conflitti nel dopoguerra.
A Valdagno, come in tutta Italia, il 1919 segno una svolta radicale, irreversibile e quasi traumatica nel quadro politico: i liberali sono letteralmente spazzati via, si affermano i socialisti e soprattutto i popolari che l'anno dopo, nel 1920, si conquistano una larga maggioranza in Consiglio comunale. La nuova giunta popolare dura in realtà molto poco: nel drammatico 1921 Valdagno conosce una delle più violente agitazioni operaie della sua storia, la prolungata serrata della Marzotto, le violenze prima dei rossi contro i bianchi, rei di aver concluso un accordo di compromesso col padrone, poi i fascisti contro ambedue i contendenti e infine la conquista Comune da parte dei fascisti, con le modalità prevaricatrici ben note anche in altre città dell'Italia settentrionale.
Meritano un particolare ricordo, in questa puntuale ricostruzione degli eventi che conducono alla trionfale ascesa del fascismo vicentino e valdagnese, gli scritti agiografici in onore di Mussolini del neosindaco Girolamo Dalle Ore, approdato repentinamente dal PPI al fascismo: un bell'esempio, ricorda giustamente Dal Lago, di un precoce convinto culto della personalità.
In questi anni si consuma anche la rapida politica di Luciano Marzotto, uno dei "Marzottini" dissidenti, a lungo protagonista della lotta intestina alla famiglia Marzotto che tanto ha dilaniato la vita amministrativa di Valdagno tra Giolitti e l'avvento del Regime, transitato, come molti liberali, Fascismo ed eletto deputato nel “listone” del 1924, viene poco dopo espulso dal partito. L'indagine di Dal Lago ripropone poi il tema della nascita della nuova Valdagno, la città sociale o dell'armonia, seguendo con attenzione i vari passaggi attuativi dell'ambizioso progetto nella vita amministrativa valdagnese.
Di notevole interesse anche le pagine riservate da Dal Lago al iniziale Plebiscito del 1929 che dà a Valdagno un esito davvero clamoroso, con un numero sorprendentemente alto di no; infine realmente illuminanti le pagine finali dedicate ai tre falliti tentativi di Gaetano Marzotto junior di ottenere il seggio senatoriale, prima durante il Regime fascista, poi nelle elezioni repubblicane del 1948 e infine, per nomina presidenziale, nello stesso 1948 e nel 1950.
Da Giolitti a Mussolini, pochi decenni ma densi di eventi mutamenti davvero drammatici ed epocali nella storia d'Italia. In questi avvenimenti ora Valdagno e la valle dell'Agno sono ricollocate in una luce più chiara ed efficace: merito di una ricerca minuziosa, documentata, attenta ed equilibrata nei giudizi, volta conoscere chiarire e a non giudicare i fatti della Storia.
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